Fratelli Bonardi

Gian Maria Bonardi e Angelina Sedaboni, antica e ricca famiglia borghese di possidenti ed industriali della seta iseani, ebbero quattordici figli. Convinti patrioti, aderirono attivamente fin dal Risorgimento alla vita politica italiana.

Giuseppe Bonardi il più grande dei fratelli (Iseo 1836 - Iseo 1898), durante la Repubblica Cisalpina fu sindaco del Comune di Iseo e poi consigliere, assessore e sindaco di Brescia dal 1833 al 1895.

Carlo Bonardi (Iseo 7 Novembre 1837 - Calatafimi 15 Maggio 1860), patriota garibaldino arruolatosi nella Spedizione dei Mille, fu tra i primi caduti in combattimento a Calatafimi.

Eugenio Bonardi (Iseo1842 – Iseo 1911), dopo l’annessione del Veneto al Regno Sabaudo, divenne segretario di Giuseppe Zanardelli e in seguito fu tra i fondatori del quotidiano La Provincia di Brescia e fece parte del Consiglio e della Deputazione Provinciale.

Silvio Bonardi (Iseo 1848 - Iseo 1903), con lo scoppio della Terza Guerra d’Indipendenza, si arruolò nel 2° Reggimento Volontari Italiani. Nel 1867 combatté con i garibaldini a Monterotondo e Mentana. Intraprese di seguito la professione di avvocato e fu uno degli organizzatori di istituzioni come l’Asilo Infantile e laSocietà Operaia di Mutuo Soccorso Maschile e Femminile di Iseo e ne fu presidente dal 1873 al 1890.

Pietro Bonardi (Iseo 1846 - Iseo 1920), combatté volontario tra le fila dei garibaldini e in seguito ricoprì la carica di sindaco del Comune di Iseo.

Massimo Bonardi (Iseo 1850 - Iseo 1905), nel 1866, aveva appena 16 anni, tentò di arruolarsi con i garibaldini ma, per la giovane età, fu congedato per intercessione di Giuseppe Zanardelli. Fu avvocato, giornalista, presidente dell’Ateneo di Brescia e della sezione di Brescia del Club Alpino Italiano. Nel 1882 divenne deputato del Regno d’Italia, nel 1897 durante il Governo di Antonio Starabba marchese di Rudini in qualità di sottosegretario di Stato al Ministero della Pubblica Istruzione e nel 1898 sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia durante il Governo del generale Luigi Gerolamo Pelloux.

 
Ultima modifica: Mer, 14/10/2015 - 17:15